Nei primi anni '70 i ragazzi del quartiere di Santa Caterina, guidati dal giovane sacerdote don Enzo Nicolini, si riunivano in un locale adiacente la parrocchia di San Michele per stare insieme, fare amiciczia e parlare delle classiche crisi adolescenziali. Di certo i tempi di allora non erano quelli di oggi e, molte volte, dopo i campi scuola nella ormai conosciuta da tutti "Casa del Sole", si aspettava l'inizio della scuola quasi annoiati, in quanto pochi erano allora le attrattive e gli svaghi giovanili.
Nel '74, proprio da un campo scuola, nacque l'idea di organizzare una grande festa rionale, prima che iniziasse l'anno scolastico. Una sagra che avrebbe dovuto salutare la fine delle vacanze, ma nel contempo impegnare quei giovani del quartiere, negli ultimi giorni di vacanza, a rendersi utili per un fine decoroso e importante.
Nacque così la "1a Sagra della Bruschetta", una festa senza tante pretese che riuscì fin dai primi anni a coinvolgere tanti giovani, ma soprattutto i padri di quei giovani, persone adulte che ritrovarono lo stimolo di aggregazione per un fine comune.
Tanti anni sono passati, i giovani di allora sono divenuti adulti; alcuni promotori, purtroppo, sono scomparsi, altri giovani ne hanno raccolto l'eredità.
La festa non si è fermata, dalla prima edizione che si è svolta lungo la strada del quartiere da via Trieste all'inizio di via Pompeiana, con un semplice stand che distribuiva solo bruschetta e buon vino: è arrivata oggi ad avere uno spazio tutto suo, in via Pompeiana, con una moderna struttura, innumerevoli attrazioni e stand gastronomici vari, ed ha una durata di ben 10 giorni.
Ormai è l'appuntamento fisso di fine estate per tutto il quartiere, ma possiamo tranquillamente dire di tutta la città di Fermo e del comprensorio. Un appuntamento che molti, per un motivo o per un altro, hanno fatto loro; una festa che, ormai, dopo oltre 30 anni, non ha bisogno di pubblicità: si partecipa per condividere serate in allegria e spensieratezza.
I motivi e il fine di questi 30 e più anni, comunque, non sono stati solo l'allegria e la spensieratezza: il ricavato è, infatti, servito per opere concrete al servizio del quartiere, come il campo sportivo "L.Gazzoli", il recupero dell'Orto di Santa Caterina, il restauro di alcune parti della chiesa di Santa Caterina, il finanziamento della società sportiva A.C. Azzurra-Tirassegno e, per il futuro, il consolidamento di alcune opere presso il nuovo spazio verde di via Pompeiana.
E' bello ricordare e ripercorrere questi 30 anni, focalizzare i momenti più importanti serviti sicuramente agli abitanti del quartiere per una crescita personale costante e ricca di significato.
Un ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno creduto e che hanno contribuito nelle forme più svariate, non possiamo elencarli perchè non finiremmo mai; ognuno sa come e quanto ha dato, questo è sufficiente. L'importante è non disperdere queto patrimonio consolidato nel tempo, anche nei momenti più difficili. Non si deve mai perdere lo stimolo di crescita, di aggregazione e di servizio che ci ha sempre caratterizzato.
Il testimone ai futuri giovani del quartiere, che dovranno leggere e interpretare, in queste poche righe, tutto l'entusiasmo e il sentimento che ci lega al nostro quartiere, consapevoli di non essere mai arrivati, ma di aver vissuto esperienze forti e, sicuramente, indelebili.